Torneo aeroportuale di calcio in quel di Ciampino: “avemo dato botte a tutti!!! Sempre!!!” Le coppe dovrebbero essere ancora custodite presso il baretto dell’85° a testimonianza e futura memoria per i posteri.
Al caro Antonello da Messina, ora pelato come una biglia, dedico la precisazione.
Gino Petrucci era un ottimo tornante, allenato e ben strutturato; Totonno, veterano di mille tornei, nonché ex calciatore di serie superiore (mica cotica!!!) era tanto allenato che andava e veniva dal campo di corsa, prima e dopo la partita ed il mattino dopo si faceva un giro-aeroportuale di corsa, tanto per disintossicare…
In porta “spillo” Ivaldi ed in difesa due rocce come Bernardini, ora Comandante Air Lauda ed il granitico Bugliara.
La squadra era talmente seguita che ci fu una spesa straordinaria per le magliette color arancione con tanto di stemma e custode fu nominato un nostro “apprendista maestro” Claudio Milana, classico terzino sinistro con licenza di offendere, in senso calcistico.
Era seguita con fans e supporters, primo fra tutti il giustappunto Andrea Menna, con giro vita da egregio, baffi spioventi e chioma sulfurea, detto “paccaras” dal suo posteriore in evidenza.
Ad una partita, sempre con il rivale Telegruppo, il mitico capo supporters Fascetti, allorché fecero un fallo cattivello nei confronti di Claudio Milana, diede voce alla massa con un: “Quindicesimo all’attacco” e ne scaturì un parapiglia tra opposte fazioni, poi fortunatamente sedate. Quelli del Quindicesimo si riversarono in campo e dispersero la sparuta rappresentanza della tifoseria avversaria, seminando terrore con una carica degna della presa di Sebastopoli.
Non solo, ma in campo, tornata la calma e la ragione, vincemmo con un rotondo 3 a 0, con reti di Antonio Iannone (di testa su cross perfetto di Albanese); Antonello Albanese (su assist del solito Totonno, ovvero lancio da 40 metri e contropiede a velocità del suono) e rete di chiusura su punizione dal limite del nostro “civile in campo”, tale operario dipendente dell’innominato Concas.
Gigino “carognone” Ancora, all’asciutto di gol, la sera ci deliziò la cena con una delle migliori imitazioni di un cantautore che andava per la maggiore, intonando per tutti i convenuti alla cena di gruppo in hangar, la mitica “Frida”.
Questi i fatti di quella giornata, con carica d’assalto, vittoria sonante e cena delle beffe in hangar.
Ci furono invero altri eventi ed altre vittorie e, con l’avvento di nuova linfa, in un giorno dove stavamo stracciando il solito Telegruppo, in un’azione di contropiede, toccato da un avversario, mi lussai la rotula del ginocchio destro.
Fu una ulteriore avvisaglia che forse dovevo smettere di giocare al pallone.
Mi visitò il compianto Dott. Ziaco, medico sociale della Lazio, che mi disse testualmente: “a regà, tu stai inguaiato, i legamenti sono andati e chissà se si recupera qualcosa…ma che devi fa ancora la promessa del calcio? Datte al tennis o al nuoto, ma lascia stare il pallone, i rischi sono tanti” e non mi operò.
Fine del gioco.
Ma la coccia dura ha prevalso sul consiglio medico, così ho continuato a giocare evitando ogni contrasto e, in una partitella in Somalia (1994) le abbiamo suonate anche ai Pakistani; duri come il legno stagionato che non tiravano mai indietro la gamba, ma avevano a che fare con il Quindicesimo, e soprattutto con Fabio Bernardini, che ad ogni contrasto in area di rigore, ne faceva volare tre alla volta.
Cari posteri, non era mica solo il gioco del pallone, era la voglia e la determinazione che mettevamo in ogni cosa che facevamo.
Una stagione della vita da incorniciare, in ogni cosa che vedeva coinvolto lo Stormo, vi era una mobilitazione generale, ogni volta una chiamata a far bene le cose che facevamo.
Della serie “mo te gonfio” le abbiamo suonate a colpi di gol; della serie “guadagnamose la pagnotta” abbiamo volato laddove per tutti era impossibile, laddove ogni volta qualcuno tentava di arrivare e dove, invece, arrivavamo sempre e solo noi, portando allo Stormo il prestigio dei risultati evidenti.
Una comunicazione per i miscredenti: andarsi a leggere i risultati delle operazioni reali effettuate negli anni dal 1980 al 1994, in Italia ed all’estero. Fatti e non ipotesi, conclusioni tangibili di uno spirito che non s’arrestava mai, anzi, sapete cosa vi dico? Che a distanza di anni, se venisse chiamato in servizio un componente di quella fucina, mettiamo Menna Andrea specialista con panza, baffi e giro vita da egregio, saprebbe dove mettere le mani perché la sua competenza non si è sopita così come entusiasmo ed amore per la premiata Ditta Quindicesimo.
Non possiamo dire la stessa cosa per il gioco del calcio, perché molti di noi hanno appeso al tirannico chiodo gli scarpini, ma in fatto di amore e per amore dello Stormo, se ci date un poco di tempo ci alleniamo e non è detto che non si possa ancora vincere.
Per vincere ci vuole lo spirito adeguato, così come per lo Stormo ci vuole sempre la ri-generazione, se si appisola, svegliatela!!!
É vero che “ co’ sti chiari di luna” è difficile andare avanti, ma coraggio ragazzi, “ADDA PASSA’ A NUTTATA”
Mammajut