In un tardo pomeriggio, di recente, mentre attraverso la strada che costeggia la mia casa in riva, si ferma una macchina che mi ha appena superato e poi, con una manovra azzardosa, mi affianca. L’uomo alla guida, con una signora accanto, mi sorride e mi fissa intensamente. Sarà il sole, sarà che sono un distrattone, fatico a realizzare la scena, ma poi il sorriso di Massimo Filogonio, mi riporta di botto al mio essere uno della gente del quindicesimo.
Mi è già capitato di incontrare gente del quindicesimo che sosta nel piccolo ed accogliente eremo aeronautico “marino” di Santa Marinella, ma Massimo proprio non me lo aspettavo, giacché lui, vecchio indigeno locale, da tempo non varcava i confini per tornare nei luoghi giovanili.
La stazione meteo di Santa Marinella ha al suo interno una piccola ed accogliente struttura che ospita, per brevi periodi, personale e famiglie che intendono godere del sole e del mare, quasi sempre all’altezza della fama.
Il posto è denominato geograficamente Capo Linaro e si trova all’estremità Nord di Santa Marinella; raggiungibile, sia dalla Via Aurelia, sia dall’autostrada Roma-Civitavecchia, uscita Sud, dove si deve però tornare indietro di pochi chilometri e, in vista di una grossa antenna ad ombrello che è ospitata nella struttura, costeggiare la litoranea intitolata a Guglielmo Marconi.
É infatti da questo splendido posto, una volta esclusivo per nobili e notabili, che il grande scienziato, poi Nobel, conduceva i suoi primi esperimenti.
La cronaca parla di sperimentazioni sui campi magnetici e di misteriosi fenomeni che allora sapevano di stregoneria; in realtà Marconi conduceva test scientifici di grandi prospettive e partirono da questo posto i suoi primi successi sperimentali.
La struttura fu occupata dalle forze tedesche e fortificata come piccolo caposaldo e, pare, da deposito munizioni. Il 1° febbraio del 1944 fu abbandonata ma prima fu fatta saltare, come da misteriosa ed incomprensibile prassi teutonica.
Una piccola e diroccata testimonianza ancora è visibile, ma con i segni del progresso rappresentati da ripetitori per la telefonia cellulare.
La sua vera denominazione è “Torre Chiaruccia”. Torre fatta costruire alla fine del 1500 dagli Odescalchi e presidiata per anni da una guarnigione di due/tre soldati che ne garantivano lo scopo, che era quello del controllo del traffico marittimo data la vicinanza del porto di Civitavecchia.
Prima sotto il controllo della Marina Militare, poi come appendice del CNR dove si arrivò quasi a sperimentare il famoso radar. Oggi, sotto la gestione dell’Aeronautica, è utilizzata come stazione di rilevamento meteo e, come prima riportato, nel periodo estivo ospita chi viene per godere del mare e della sua voce.
Andando per mare, specificatamente sotto, mi è capitato di imbattermi anche in qualche ritrovamento, come i resti di una imbarcazione romana che la sovraintendenza ha appesantito con sacchi di pesanti sassi, allo scopo di impedire i continui tentativi di avventurosi ed improvvisati predatori.
Il mare è ricco di testimonianze e capita spesso di trovare cocci di vecchie anfore, ma è ricco soprattutto di pesce.
Nel vicino porticciolo Odescalchi, ai piedi dell’omonimo castello, una piccola flottiglia di pescatori di buon mattino improvvisa un mercatino dove si può comprare il polpo, lo scorfano, delle meravigliose e vermiglie gallinelle ed alle volte qualche pezzo pregiato, come orate o saraghi.
Il vicino mercato di Civitavecchia è un’alternativa valida, sia per il pesce, sia per la verdura fresca, così come per le carni: insomma la zona è valida dal punto di vista dei rifornimenti. Se poi si dovesse optare per il ristorante, mi sento di segnalare qualcosa di veramente valido, con un menù di pesce “...da far invidia a principi e reali”. Ovviamente dipende “dalla tasca”.
Chi può e chi sa, lo può pescare da solo,…..qualcosa ancora “se rimedia”.
Questa “Gente del Quindicesimo”…incorreggibile
Lieto di avervi intrattenuti.
MAMMAIUT
Totonno